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Glaucoma
5. La terapia del glaucoma
La terapia del glaucoma si prefigge di abbassare la pressione intraoculare ad un
livello tale da non consentire ulteriori danni al nervo ottico. Comunque questo
"compenso" venga raggiunto, saranno sempre necessari controlli, per tutto il resto
della vita. Anche se questa affermazione può apparire frustrante, è essenziale che
venga percepita in modo estremamente chiaro. La pressione "giusta" per ciascun paziente
può essere raggiunta con una terapia medica, parachirurgica o chirurgica.
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Immagine 3D che mostra il danneggiamento del nervo ottico ( si noti l'area centrale
più chiara ed escavata, segno del progredire della atrofia del nervo).
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a) La terapia medica
consiste nell' istillazione di farmaci locali (colliri) o più raramente nell'assunzione
di medicamenti per via generale (compresse).
I farmaci locali si dividono in due grandi gruppi che essenzialmente possono ridurre
la pressione intraoculare attraverso due meccanismi:
1) la facilitazione al deflusso dell'umore acqueo
2) la riduzione della produzione dell'umore acqueo.
Sia la produzione sia la filtrazione possono essere influenzate in modo contemporaneo
da un solo farmaco. Ovviamente, quando il caso lo richiedesse, sono possibili "cocktail"
di farmaci, in genere ad azione differente, per potenziare l'effetto del singolo
medicamento.
La nozione fondamentale che vorremmo fosse ben recepita è la necessità di una scrupolosa
esecuzione delle terapie prescritte nei dosaggi e nei tempi di somministrazione
indicati dall'oculista.
Come tutti i farmaci anche i colliri antiglaucomatosi hanno effetti collaterali,
che vanno debitamente valutati dal medico oculista. Quindi è compito del paziente
segnalare con obiettività ed onestà qualsiasi variazione o sensazione nuova comparsa
dall'assunzione dei medicamenti. Bisogna anche ricordare che questi farmaci possono
talvolta perdere efficacia nel tempo; ne deriva la possibilità di dover ricorrere
a farmaci diversi o a diversi tipi di terapia.
b) La laser terapia
consiste nell'applicazione di "fasci di luce concentrata" con differenti caratteristiche
in diverse sedi dell'occhio. Il trattamento è ambulatoriale, quasi indolore e di
rapida esecuzione.
La trabeculoplastica ( in sigla ALT) consente
una facilitazione al deflusso dell'umore acqueo attraverso le vie fisiologiche.
I risultati possono essere variabili da soggetto a soggetto e avere una efficacia
limitata nel tempo.
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Il raggio laser attraversa la cornea e focalizza la sua azione sulla zona filtrante dell’occhio.
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La iridotomia Yag laser si prefigge di consentire
un migliore transito del liquido nell'interno dell'occhio stesso, soprattutto per
prevenire l'insorgere di un grave attacco di glaucoma da chiusura dell'angolo.
Infine la ciclofotocoagulazione provocando
una atrofia controllata della zona di produzione dell'umore acqueo, determina una
riduzione della pressione interna nei casi più complicati.
Queste varie tecniche vanno decise dall'oculista in base alle caratteristiche di
ogni paziente.
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Micro chirurgia del glaucoma
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c) La terapia chirurgica del glaucoma, oggi non deve essere più interpretata come
"l'ultima spiaggia".
Il perfezionamento delle tecniche microchirurgiche e l'ausilio
di nuovi materiali hanno permesso in tempi recenti lo sviluppo di procedimenti sempre
meno invasivi, più esenti da complicazioni a parità di efficacia. Gli interventi
per sbloccare (o prevenire) un glaucoma ad angolo chiuso (iridectomia) sono passati
nella storia della medicina come esempi quasi perfetti di semplicità e massima efficacia.
L'asportazione di una piccola porzione di iride ( la parte colorata del nostro occhio)
consente di evitare in maniera definitiva il blocco o ostruzione della zona di filtrazione
dell'umore acqueo.
Nel glaucoma ad angolo aperto, gli interventi indicati si dividono
in due grandi gruppi:
1. Interventi fistolizzanti, dove viene creata e mantenuta
nel tempo una "fistola" ossia una comunicazione pervia tra l'interno e l'esterno
del bulbo. Questa apertura consente un continuo drenaggio di liquido e quindi il
mantenimento di una pressione adeguata.
2. Interventi non perforanti o non fistolizzanti.
Si propongono di ottenere una riduzione della pressione interna del bulbo attraverso
una parete che viene chirurgicamente assottigliata a tal punto da permettere una
vera e propria filtrazione del liquido interno.
Schema chirurgico che dimostra come viene creata la micro valvola che permette lo scarico del liquido in eccesso.
Tutti questi interventi sono eseguibili
solo con l'ausilio del microscopio operatorio, date le dimensioni e la delicatezza
delle strutture interessate. Il tipo di anestesia utilizzata è la LOCALE che consente
una ridotta ospedalizzazione del paziente (day hospital o al massimo ricovero di
pochissimi giorni) e allo stesso tempo garantisce un intervento assolutamente indolore.
La ridotta invasività e l'anestesia locale consentono al paziente un recupero veloce
delle proprie abitudini di vita, mentre è fondamentale ricordare che la qualità
della visione non subirà sostanziali variazioni poiché lo scopo di tutta la terapia
del glaucoma è quello di non consentire peggioramenti del campo visivo e della capacità
visiva. Inoltre va sottolineato che sia dopo un trattamento parachirurgico (laser),
sia dopo un vero intervento chirurgico, può essere necessaria una terapia medica
(colliri) per mantenere il desiderato compenso pressorio.
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