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Rassegna stampa
Il Giornale.it - 22 settembre 2007
Tecnologie avanzate correggono tutti i difetti visivi
di Felicita Donalisio - sabato 22 settembre 2007
Si chiama «aberrometro» ed è uno strumento in grado di studiare le intime imperfezioni
dei nostri occhi. La nuova tecnologia arriva dagli Stati Uniti e serve per correggere
i difetti visivi più profondi, attraverso occhiali speciali o con un intervento
laser personalizzato.
«In pratica, questa sofisticata apparecchiatura proietta attraverso
la pupilla migliaia di raggi paralleli, che rimbalzano sulla retina e ritornano
indietro deformati dalle aberrazioni ottiche che incontrano lungo il loro percorso»,
spiega il dottor Carlo Vanetti, microchirurgo oculare a Milano (www.vedo.net),
esperto nel trattamento laser dei difetti visivi. «L'occhio umano, infatti, è uno
strumento ottico impreciso. Non ne esistono due uguali: ognuno ha le sue piccole
imperfezioni, talmente individuali da poter essere comparate a un'impronta digitale.
Dal punto di vista ottico, queste imprecisioni si traducono in una riduzione della
qualità della visione, provocando fenomeni che si chiamano, tecnicamente, "aberrazioni
ottiche": la riduzione del contrasto in determinate condizioni, il fastidio dei
fari durante la guida notturna, le sorgenti luminose che "sparano" creando disagio
nella percezione delle distanze, e così via. Questa analisi computerizzata consente
di costruire una vera e propria "impronta digitale" del nostro sistema visivo, attraverso
gli innumerevoli dati raccolti viene elaborata una mappatura estremamente precisa
anche dei più piccoli difetti visivi». A questo punto, entra in gioco l'esperienza
dello specialista: «In relazione alle condizioni cliniche del paziente», afferma
Vanetti, «è possibile optare per due soluzioni: la correzione definitiva del difetto
con un trattamento personalizzato con il laser ad eccimeri, oppure, se clinicamente
questo non fosse possibile, la prescrizione di occhiali speciali appositamente studiati
per correggere le aberrazioni specifiche rilevate dall'aberrometro». A differenziare
tali occhiali da quelli tradizionali è la rivoluzionaria costruzione delle lenti:
«Si tratta di lenti realizzate a tre strati, proprio come un wafer od un toast»,
spiega lo specialista. «La parte più esterna è trattata con sostanze indurenti ed
antiriflesso, quella più interna corregge i tradizionali difetti ottici, come miopia,
ipermetropia ed astigmatismo. Ma l'assoluta novità sta nella parte intermedia, realizzata
da uno strato in materiale acrilico che viene sagomato e personalizzato con un laser
per correggere proprio le specifiche imperfezioni ottiche del paziente rilevate
all'esame aberrometrico, gran parte dei pazienti ottiene così una visione, contrastata
e precisa. Gli stessi dati ricavati dall'aberrometro sono oggi utilizzati per guidare
il trattamento con laser ad eccimeri: i nuovi laser sono interfacciati con una centrale
diagnostica che trasferisce sulla cornea tutte le modifiche necessarie per ottenere
il risultato migliore: la qualità visiva ottimale per ogni paziente».
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=207898
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